Programma
Zefiro torna e ‘l bel tempo rimena (Petrarca)
Madrigale a 5 (Sesto libro dei Madrigali)
Io la Musica son (A. Striggio, glio)
Da Orfeo
Vittoria Giacobazzi
Inserto strumentale
Tirsi e Clori (A. Striggio, glio)
(settimo libro dei Madrigali)
Inserto strumentale
Lamento della ninfa (Canzonetta di Rinuccini)
da Madrigali Guerrieri et Amorosi
Maria Dalia Albertini
G. Legrenzi – Sonata La Cremona
Vi ricorda o boschi ombrosi (A. Striggio)
Da Orfeo
Michele Concato
Moresca
dal finale dell’Orfeo
Hor che ‘l ciel (Petrarca)
Ottavo libro dei Madrigali
Zefiro torna e di soavi accenti (Rinuccini)
Da Scherzi Musicali
Valentina Vitolo
Maria Dalia Albertini
Esecutori
DONATELLA BUSETTO – Progetto
GIANLUCA CAPUANO – Direzione e organo
MARCO BELLUSSI – Regia
MATTEO PAOLETTI FRANZATO – Progetto Scenico
DansAtelier – Centro Formazione Danza – Elisabetta Galli
Madrigalisti
Maria Dalia Albertini
Valentina Vitolo
Vittoria Giacobazzi
Isabella Di Pietro
Simone Milesi
Michele Concato
Guglielmo Buonsanti
Cenacolo Musicale
Marco Rosa Salva e Fabiano Martignago – Flauti
Laura Scipioni e Filippo Bergo- Violini
Gioele Gusberti – Violoncello
Daniele Carnio – Violone
Elisa La Marca – Tiorba
Donatella Busetto – Cembalo
Mimo – Agnese Perri
Presentazione
Zefiro, vento minaccioso divenuto, nelle metamorfosi del mito, felice brezza primaverile, paradigma del respiro dell’anima.
Zefiro, specchio e riesso delle umane passioni, sarà l’elemento di raccordo nel percorso del concerto.
Il racconto musicale porta con sé una molteplicità di letture: la relazione poesia-musica, inevitabile richiamo all’inesausta diatriba tra Monteverdi e l’Artusi; la dicotomia del rapporto tra l’idillio naturale e il tormento dell’animo umano, consapevole della propria caducità, già presente nella poetica di Orazio; il desiderio inarrivabile di stemperarsi in un intimo contatto con la Natura seguendone i ritmi cadenzati e gli ideali vagheggiati negli idillî, di pace e serenità finalmente conquistate.
Vento, Aria, mobili elementi, permeano le parole del testo, si rivestono dei suoni della Musica e con la musica
sorano le corde del cuore.
Il trascolorare dall’ambiente naturale a quello emotivo è il cardine di sviluppo della poetica petrarchesca e
Monteverdi, con l’arte sua, ne amplica in misura esponenziale la capacità suggestiva.
Vento, Aria, elementi eterei, “il suono dei venti, le nubi correnti” sospingono i passi di danza di Tirsi e Clori, nel loro ingenuo e trasparente quadro pastorale.
Vento, Aria, assurgono a misura del vissuto psicologico, or cupi e minacciosi, or ebili aliti, respiro leggero della Natura che rinasce, evocato nella narrazione sonora di Zero torna.
Zefiro, Zefiro…..Zefiro torna.
Donatella Busetto