Insalata musicale di ostinati, danze, fantasie et altro, per viola da gamba, arciliuto, chitarra alla spagnola, cembalo e voce
Questo concerto è il frutto di ricerca sulle fonti originali: trattati, musiche, stampe, manoscritti e cronache dell’epoca. Abbiamo approfondito il repertorio di un periodo forse tra i più ricchi, vari e oridi della musica italiana: quello che va dalla ne del 500 al primo seicento. La nostra attenzione è stata rivolta alla musica vocale e le sue potenzialità espressive, e a quella strumentale che andava emancipandosi come genere autonomo. Molti i compositori che lavorano in un momento storico così ricco di fermenti artistici, i quali riscoprono la forza espressiva del canto monodico ispirato alla presunta usanza degli attori classici di “recitar cantando”. Ed è proprio il peso e l’importanza che si da alla forma del “recitar cantando”, alla valorizzazione del testo poetico attraverso la gestualità, che porta lentamente, nella coeva opera lirica, benché agli inizi e in via di sperimentazioni continua, a guadagnarsi immensi favori e consensi in tutta Italia. Il nostro percorso esecutivo vuole rispecchiare nella forma l’idea stessa dell’opera alternando arie vocali a brani strumentali di autori famosi come G. Kapsberger, D. Ortiz, G. Frescobaldi, T. Hume, G. Sanz, che hanno valorizzato strumenti come la tiorba, la chitarra barocca, la viola da gamba, il clavicembalo e non ultima la voce. I testi ripercorrono i diverse aspetti dell’amore attraverso le allegorie tipiche del tempo. E allora le labbra diventano “rose purpurine” e piene di spine, o “porta del riso”, che custodiscono grandi tesori che dicilmente si schiuderanno per baciare l’amato. Gli occhi sono lumi che lanciano lampi di luce e le lacrime sono paragonate a fontane e umi. Questo è il canto dell’amore e della bellezza inaerrabile della propria amata, la cui dura sorte fa cadere il nostro amante in sventura. Proprio Orfeo canta e prega i Numi infernali anchè, da vedovo amante, possa riportare la sua cara consorte dagli Inferi. Amori che partono via, lontano e che fanno morire la speranza. Con la lontananza vedono avvicinarsi la morte come unica soluzione di sollievo, dopo una distruzione come neve al sole. Ed ecco che ai madrigali sono intercalati, nella stessa struggente atmosfera, brani strumentali che ne ricalcano gli
affetti appena narrati, è così per le altre allegorie, con altri autori che ne descrivono musicalmente, diversi stati d’animo nei quali ognuno potrà riconoscersi.
Programma
Diego Ortiz (1510 – 1570) Recercada quarta sobre la Folia
Giulio Caccini (1550 – 1618) Al fonte al prato
Antonio Valente (1520 -1601) Lo Ballo dell’Intorcia
Anonimo Spagnoletta
Girolamo Kapsperger (1575 – 1650) Aurilla mia
Cesare Negri (ca. 1536 – ca. 1605) Passo e mezzo Antico
Alessandro Orologio (ca.1555-1633) Occhi vaghi e leggiadri
Fabrizio Caroso (1530 – 1600) Passo e mezzo
Diego Ortiz (1510-1570) Recercada primera
Girolamo Frescobaldi (1583-1643) Se l’Aura spira
Bernardo Pasquini (1637-1701) Partita sopra la Aria della Folia da Espagna
Francesco Patavino (1478 – 1556) Un Cavalier di Spagna
Anonimo Dirindindin
Filippo Azzaiolo (1530-1656) E me levai d’una bella mattina
Andrea Falconiero (1586-1569) Brando dicho el melo
Adriano Willaert (1490-1562) Vecchie letrose
Curriculum
Gli strumentisti dell’ensemble Dolci Accenti provengono da esperienze artisti-che e culturali diverse; si sono incontrati durante i corsi di studio del Conserva-torio di Vicenza, dove si sono specializzati nell’esecuzione del repertorio musi-cale del XVII secolo e dei primi anni del XVIII, approfondendo lo studio e la ri-cerca su fonti originali quali trattati, musiche, stampe, manoscritti e cronache dell’epoca. Parallelamente all’interesse per la musica strumentale di quel periodo, hanno rivolto la loro attenzione alla musica vocale e alle sue potenzialità espressive. L’ensemble, che suona con copie di strumenti originali, interpreta e si interessa particolarmente alla produzione musicale di uno dei periodi più oridi, vari e ricchi della musica non solo italiana. Dolci Accenti ensemble, tra le altre associazioni concertistiche, è stato invitato al Festival di Arti Medievali di Sighisoara (Romania) nel luglio 2000, registrando per la radio Rumena, a Vilnius (Lituania) presso Lietuvos Musikos Akademia. E’ospite sso nel 2002 e 2003 al Festival di Monte Acuto e al festival “Bosa Anti-ca” (Sardegna). Al Ravenna Festival, Brianza Classica e Musica antica ad Arcugnano e molti altri. Inoltre spesso ospite di ambasciate ed istituti Italiani di Cultura all’estero. I musicisti dell’ensemble Dolci Accenti sono stati vincitori ai concorsi nazionali ed internazionali. Collaborano con i più importanti gruppi italiani ed esteri, (I Barocchisti, Radio Svizzera Italiana, Venice baroque Orchestra, Auser musici, solo per citarne alcuni), registrando dischi per etichette come Tactus, Stradiva-rius, Glossa, Sony, Naxos, Deutsch Grammophone, K617, Arts, Bongiovanni, Dynamic, CPO, ecc. L’ensemble Dolci accenti ha inciso l’integrale delle sonate inedite di Fr. Ruhe per viola da gamba e basso continuo ed “Occhi vaghi e Legiadri” progetto discograco che riscuote sempre enorme successo tra il pubblico. Prossima uscita discograca dedicata alle sonate inedite di Sammartini per violoncello barocco e basso continuo.