Esecutori
Dorina – Martina Barreca
Nibbio – Niccolò Porcedda
Mimi
Anna Bianchin, Gemma Dorothy Aquilante, Alice Poppi
Allievi dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
Regia Cesare Scarton
Assistente alla Regia Eva Hribernik
Cenacolo Musicale
Giacomo Catana, Mauro Spinazzè, violini
Francesco Lovato, viola
Giulio Padoin, violoncello
Michele Gallo, violone
Donatella Busetto, cembalo e concertazione
Con la partecipazione dei Docenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia:
Nicola Bruschi (Coordinatore della Scuola di Scenografia-
Scenotecnica-Costume)
Lorenzo Cutùli (Docente della Scuola di Scenografia)
Allestimento scenografico a cura degli allievi della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.
In collaborazione con
Società dei Concerti di Trieste
Biglietti
Intero 15€
Ridotto 10€ (under 18, over 65)
Presentazione
Lo spettacolo DE L’IMPRESARIO DELLE CANARIE in scena questa sera alla Sala Bartoli, Ridotto del Teatro Rossetti a Trieste, nasce da una recente collaborazione tra l’Associazione BAROCCO EUROPEO e la Società dei Concerti di Trieste. La sinergia tra le due realtà culturali ha infatti consentito la collocazione di questo articolato progetto presso il Teatro Rossetti di Trieste, pregevole Istituzione della Città capoluogo, ospite per tradizione delle numerose proposte concertistiche della pregiata Società dei Concerti triestina.
Nonostante tempi molto incerti, segnati dalla pandemia da Covid 19, durante i quali sembrava impossibile immaginare una programmazione a lungo termine, la Società dei Concerti ha fatto in modo che il progetto dell’Intermezzo avesse realizzazione in uno dei teatri più prestigiosi della Città. Un doveroso ringraziamento al Presidente Piero Lugnani, che ha saputo cogliere il valore delle proposte di barocco europeo e ha contribuito in maniera attenta e presente alla realizzazione del progetto. Un grazie particolare va anche ad Alessandro Malcangi, referente per la Società dei Concerti nella fase iniziale del progetto e prezioso componente della giuria per la selezione dei cantanti che vestiranno i ruoli di Dorina e Nibbio.
Donatella Busetto
Trieste, «…città di vaste e alte case disciplinate un po’ severe nella loro semplicità senza divagazioni o capricci d’arte, case ufficio case di lavoro e di commerci dove tutte le concessioni sono accolte nel compromesso atrio balcone quasi a doveroso omaggio ma anche ad avvertimento dell’ospite che arriva» (La coscienza di Zeno, Italo Svevo) architettonicamente, ma non solo, neoclassica per nascita ed evoluzione della sua ricchezza e romantica per elezione, è storicamente orfana del Barocco: rare le
testimonianze del periodo presenti in città.
La vorace curiosità della sua gente, aperta anche solo per capriccio alla conoscenza del nuovo o alla riscoperta dell’antico che potesse momentaneamente distrarla dall’habitus classico-romantico, è stata negli anni coltivata nella Musica dalla Società dei Concerti nella ricerca di repertori desueti o poco frequentati, anche nel repertorio barocco, con lusinghiero successo. L’approccio alla Musica Barocca per la Società non è pertanto una novità.
Nuovo è sicuramente il sentire, comune agli ideatori e realizzatori dello spettacolo, che la proposta scenica e musicale della quale oggi ci accingiamo a godere il risultato, dopo lunghi ed operosi mesi di preparazione ed impegno, proietta il linguaggio musicale Barocco al tempo presente ed al futuro con una messinscena giovane ed accattivante che fa gioiosa piazza pulita dei più resistenti stereotipi su detto splendido repertorio.
Piero Lugnani
Presidente Società dei Concerti Trieste
Dalle lontane Canarie un facoltoso Impresario teatrale si presenta a casa di Dorina, cantante presunta famosa, alla quale orire un ingaggio. Dorina fa la preziosa e costringe l’indomito Nibbio a chiederle ripetutamente un saggio delle sue bravure canore. Finalmente, ma solo dopo estenuanti insistenze, si concederà in un’Aria di bravura che incanterà lo sprovveduto Nibbio. Il quale, da parte sua, non esita a competere con lei esibendosi in un’Aria da lui stesso composta (con incerti esiti su Dorina) e riecheggiante i temi stucchevoli più frequentemente in uso nella librettistica
d’epoca.
Riuscirà a convincere Dorina ad accettare un contratto di lavoro presso una terra lontana, adulandola con le parole: “nascono in quell’isole passari, che nel canto, sembrano tanti Orfei, e la beltà di lei, se vien colà, mi creda, gran preda ne farà,”?
Non lo possiamo dire. In ogni caso, le riprese dell’Intermezzo nei Teatri di tutt’Italia, confermano la fortuna che l’opera ebbe nel corso degli anni a seguire e il testo metastasiano circolò intensamente nelle versioni musicali composte dai maggiori musicisti dell’epoca, Leonardo Leo, Giovanni Battista Martini, Bencini, Orlandini, entrando nel repertorio di compagnie che lo porteranno nei Teatri delle maggiori capitali europee.
Le Sinfonie da camera a tre instromenti, Opera seconda di Nicolò Porpora, si integrano nell’opera, utilizzate ad Ouverture e ad intercalare tra le due sezioni, completando lo spettacolo in una sorta di specchio strumentale all’azione scenica.