Intermezzo Palandrana e Zamberlucco

Una spassosa trama di travestimenti, equivoci, imbrogli e ingenuità tra una vecchia, ma intraprendente, vedova (da ormai tre giorni!), e un “giovine da Bravo”, sbruffone e pronto a sfruttare le occasioni, ma in fondo imbranato e maldestro, che soccomberà nel finale travolgente!

Presentazione

Ricordate il ‘700 galante?

Ebbene scordatevelo!

Scordate le soffici tinte pastello delle lacche veneziane, le garbate movenze di un minuetto salottiero e, ancor più, l’effimero parlar d’amore tra una dama ed un cavaliere.

In Zamberlucco e Palandrana l’autore gioca a rappresentare l’esatto oppo­sto: le sinuose e specchiate consolle lasciano il posto a rozzi tavoli da taver­na, i leggiadri intrecci coreutici si mutano in ciniche seppur goffe movenze armate, mentre i languidi convegni d’amore fanno largo all’esercizio di una sensualità malinconica e a tratti decadente.

Nell’intermezzo di Alessandro Scarlatti regna incontrastata la più cinica rappresentazione d’una palese misoginia che non ha vergogna di se stessa: le donne vengono paragonate a bestiole, vengono irrise per le loro pulsioni amorose, vengono sfruttate e poi brutalmente rifiutate e mortificate quando in loro svanisce la beltà!

Ma il Cavalier Scarlatti riesce a compiere un vero prodigio di riequilibrio delle dinamiche drammaturgiche. Chi ascolta l’opera ha fin da principio l’inconscio sentore, il segreto presen­timento che l’arroganza maschile non resterà a lungo impunita.

Il compositore riesce infatti ad insinuare nel personaggio di Zamberlucco, giovine da bravo, una sottile ed impalpabile imbranataggine, con il duplice effetto di alleggerire la gravità delle sue azioni e di conferire all’Operina i ritmi della farsa.

Specularmente Scarlatti innesca nel personaggio di Palandrana. anziana vedova, un crescente moto d’orgoglio ed un sano istinto di autodifesa.

Questi elementi riescono a garantire all’intermezzo di terminare in gloria, ovvero con una giusta e gustosa pena del contrappasso.

Marco Bellussi

Esecutori

Progetto: Donatella Busetto

Direzione e concertazione: Donatella Busetto

Regia: Marco Bellussi

Palandrana: Anastasia Cazzola

Zamberlucco: Pedro Bomba

 

Ensemble strumentale Cenacolo Musicale

Arrigo Pietrobon – Oboe
Giacomo Catana, Mauro Spinazzè, Federico Lovato – Violini
Massimo Raccanelli – Violoncello
Mauro Zavagno – Violone

Biografie

Marco Bellussi l suo repertorio spazia da Monteverdi a Purcell; da Handel e Vivaldi a Gluck e Mozart, Rossini, Strauss, Puccini, Wolf-Ferrari), Hans Krasa. Ha curato alcune prime assolute in tempi moderni di opere antiche (Atalanta fugiens di Maier, Zamberlucco di Scarlatti, Marc’Antonio e Cleopatra di Hasse). Dal 2010 si dedica anche all’opera contemporanea. Ha allestito per il Gran Teatro La Fenice, Goldoni di Venezia,  Biennale Musica, Olimpico di Vicenza, Comunale di Treviso, Comunale di Ferrara, Mittelfest, Gentile di Fabriano, Stabile dell’Umbria, Rendano di Cosenza e all’estero per il Principal di Vitoria, Teatro Principal di Saragoza, Teatro Isabel la catolica di Granada, Auditorium di Tubingen, Palais des Beaux Arts di Bruxelles, Festival di Musica Antica di Riga, JPAS Theatre di New Orleance. La RAI ha dedicato quattro speciali alla sua attività di regista.

 

Pedro Bomba, baritono, diplomato presso il Conservatorio di Perugia, si è perfezionato in canto barocco presso il Lirico Sperimentale di Spoleto. Ha interpretato i ruoli di Chichibio e Masetto di Mozart, Norton, Filiberto e Martino di Rossini, Uberto di Pergolesi. Come solista ha cantato Messe e cantate di Mozart e Bach per la direzione del M° Caraba. In qualità di corista ha cantato presso la Basilica di S. Francesco, la Cattedrale di Assisi ad Erl (Au) e al Festival dei due Mondi sotto la direzione di Kuhn e Conlon. A settembre è stato uno dei protagonisti del Pan Opera Festival 2018.

 

Anastasia Cazzola, mezzosoprano, si è diplomata col massimo dei voti con Paolo Coni e Maria Gabriella Munari perfezionandoci poi con Sara Mingardo, Gloria Banditelli, William Matteuzzi. Tra i ruoli debuttati, Alisa in Lucia di Lammermoor di G. Donizetti a Bologna, Donna Elvira in Don Giovanni di W.A. Mozart nei teatri di Ferrara e Broni e Cherubino in “Le nozze di Figaro” sempre di W.A. Mozart sotto la guida del Maestro Donato Renzetti, presso il teatro G. Rossini. Ha vinto il concorso per ruoli dell’opera “Il ritorno di Ulisse in patria” di C. Monteverdi, debuttando nel ruolo di Ericlea, nell’ambito del festival musicale bolognese “Corti, Chiese, Cortili” nell’estate 2017.

 

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